La valutazione e riabilitazione cognitiva negli anziani
L'aumento dell'aspettativa di vita, e dunque dell'invecchiamento della popolazione, ha determinato un aumento di diagnosi di deterioramento cognitivo, demenze, deficit cognitivo lieve, malattia di Alzheimer.
Alla perdita più o meno lenta e graduale delle funzioni cognitive (memoria, attenzione, percezione, apprendimento, linguaggio, programmazione motoria, funzioni esecutive) si intrecciano la riduzione delle capacità motorie e sensoriali (forza, rapidità, flessibilità, adattabilità).
La perdita delle facoltà cognitive e fisiche, correlate al grado di consapevolezza della persona, possono generare sintomi depressivi e disturbi dell'adattamento sociale.
Per questo motivo l'anziano è un soggetto complesso che necessita di cure e attenzioni ulteriori.
Spesso la presenza di malattie croniche e l'assunzione costante di farmaci insieme a fattori ambientali quali il pensionamento, l'isolamento sociale, la perdita delle persone care, determinano alterazioni sia nel funzionamento cognitivo che nella stabilità dell'umore.
Pertanto, valutare le abilità cognitive, per comprendere il funzionamento globale della persona anziana, permette di definire un trattamento riabilitativo volto a rafforzare ed ampliare le capacità residue, aumentando il senso di efficacia e di sicurezza con conseguenti effetti sulla stabilità dell'umore e sul benessere psicologico.
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